La difficoltà di combinare gli aspetti economici, energetici e architettonici può essere un deterrente per i professionisti, soprattutto per coloro che si avvicinano al BIPV per la prima volta. In particolare l’aspetto economico è ancora percepito da molti come una barriera che limita la diffusione dei sistemi BIPV, a causa dei loro maggiori costi iniziali. Ad oggi, la competitività dei costi viene calcolata con un approccio basato sul progetto, e considerando l’intero valore creato durante la sua vita utile, mentre il costo aggiuntivo, rispetto alle soluzioni convenzionali di involucro edilizio, può essere coperto dai ricavi aggiuntivi legati a questo unico materiale “attivo”.
Una valutazione olistica basata sul progetto dell’attrattività economica delle soluzioni BIPV, consiste in un’analisi di tutti i flussi di cassa generati da un progetto specifico, permettendo di ottenere una stima di tutti i costi ma anche di tutti i ricavi associati ai sistemi BIPV durante la loro vita operativa. Questo tipo di competitività è chiamata “costo totale e ricavi di proprietà”. Infatti, tale modello di business basato sulla valutazione dell’elettricità generata, include una parte degli incentivi e quando possibile, rappresenta il tipico modello di business applicato agli impianti BIPV [2][3]. È importante sottolineare che queste valutazioni di competitività si basano esclusivamente su valori che possono essere calcolati. Tuttavia, esistono altri valori non facilmente quantificabili legati all’estetica, alla multifunzionalità e agli aspetti ambientali, che sono vantaggi chiave del BIPV. Questi valori possono essere un aspetto molto importante per la produzione di energia rinnovabile in loco, contribuendo così alla decarbonizzazione del patrimonio edilizio. Il motivo per cui questi fattori non possono essere facilmente quantificabili è che sono parzialmente soggettivi e difficili da definire. Quindi, non sono generalmente parte della valutazione della competitività dei costi.