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Quando il fotovoltaico va di pari passo con l’estetica

26 maggio 2025

Installazione in facciata a Buochs. Foto: Intelligent Solar.

Autore: Elisa Porfido, specialista in energia solare, Ufficio federale dell’energia

 

Grazie al fotovoltaico integrato nell’edificio (BIPV), architetti, ingegneri e specialisti dell’edilizia possono ora combinare estetica e sostenibilità nella progettazione o nella ristrutturazione degli edifici.

In un mondo in cui cambiare le fonti di produzione energetica è una priorità, il BIPV sta acquisendo sempre più importanza. A differenza degli impianti solari tradizionali installati in cima a un edificio, il BIPV integra i moduli fotovoltaici direttamente nell’involucro dell’edificio. Di conseguenza, tetti, facciate e balaustre possono essere sostituiti da elementi costruttivi attivi. Questa fusione di tecnologia e architettura trasforma l’edificio in un elemento che genera elettricità, prestando al contempo particolare attenzione alla sua estetica. Per gli architetti, ciò significa considerare l’orientamento, le superfici attive, i vincoli tecnici e l’impatto visivo dell’impianto fotovoltaico in fase di progettazione.

 

Trovare una soluzione per ogni edificio

Ogni progetto richiede una progettazione su misura in base alla quantità di luce solare, alla struttura dell’edificio, alle scelte estetiche e all’efficienza energetica. Esistono numerose soluzioni fotovoltaiche, tra cui moduli trasparenti, colorati o semitrasparenti, oppure moduli personalizzabili in base alle esigenze del progetto. In questo modo, il BIPV diventa un vero e proprio materiale architettonico, capace di coniugare prestazioni energetiche e identità visiva. Abbinato a tecnologie come l’accumulo di energia o i sistemi di gestione dinamica, apre la strada a edifici parzialmente o totalmente autosufficienti dal punto di vista energetico, nel rispetto delle attuali norme ambientali e di sicurezza. Al di là dell’estetica, questa tecnologia offre un approccio olistico alle prestazioni degli edifici, contribuendo a ridurre le emissioni di CO2, a ottimizzare il consumo energetico e a gestire in modo intelligente i flussi elettrici.

Al crocevia tra architettura, ingegneria ed energia, la diffusione del BIPV richiede una stretta collaborazione tra architetti, ingegneri, produttori e altri attori del settore. Il successo di un progetto dipende dalla comprensione dettagliata delle tecnologie disponibili, delle normative e degli strumenti di progettazione digitale come il Building Information Modeling (BIM) o i simulatori energetici. Integrando il BIPV fin dalle prime fasi di progettazione, è possibile creare edifici efficienti, sostenibili e decisamente orientati al futuro.

 

Formare gli architetti solari di domani
Per affrontare queste sfide e aiutare i professionisti a padroneggiare il BIPV, l’EPFL (Scuola Politecnica Federale di Losanna) sta lanciando un CAS(Certificate of Advanced Studies) in “Building Integrated Photovoltaics (BIPV)”. Il corso è organizzato congiuntamente dal Centro per l’energia (CEN), dal gruppo di supporto alla ricerca Building2050 (BUILD) e dal Photovoltaics and Thin Films Laboratory (PV-LAB), affiliato alla Facoltà di Scienze e Tecnologie Ingegneristiche (STI) dell’EPFL, e si avvale della collaborazione del CSEM (Centro Svizzero per l’Elettronica e la Microtecnologia) di Neuchâtel, che gli permette di offrire una panoramica completa delle tematiche relative all’energia, all’architettura e alla tecnologia.

 

Per maggiori informazioni sul programma e sulle modalità di iscrizione, visitare il sito web del corso: www.formation-continue-unil-epfl.ch/formation/bipv-cas/.

 

Anche la SUPSI (Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana) offre una serie di corsi di formazione continua della durata di alcuni giorni, denominati Solarchitecture – Essentials, che forniscono un’introduzione alla materia attraverso la visita di edifici di una determinata città.

Per saperne di più
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Pubblicazione online energeiaplus.com
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