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Portale della scienza del CERN
  • Posizione
    Ginevra, Svizzera
  • Architetto Renzo Piano Building Workshop
    in collaborazione con Brodbeck Roulet Architectes Associés (Ginevra)
E il sole è una cosa straordinaria, una fonte infinita di energia, quindi perché non sfruttarla? Sembra la scelta più ovvia e logica da fare.
Joost Moolhuijzen - Renzo Piano Building Workshop
Un manifesto per l’ambiente

Il Portale della scienza del CERN, progettato dal Renzo Piano Building Workshop e inaugurato a Ginevra nel 2023, è un nuovo centro di divulgazione scientifica concepito come porta d’accesso alla conoscenza e luogo d’incontro tra ricerca e società. Situato nel sito di Meyrin, il progetto si sviluppa come una sequenza di padiglioni trasparenti e luminosi collegati da un ponte sospeso che attraversa la Route de Meyrin, trasformando un’infrastruttura funzionale in una presenza urbana e simbolica.

 

I volumi sono caratterizzati da un’estrema chiarezza formale e dall’ampio uso del vetro, che garantisce la permeabilità visiva e il dialogo con il paesaggio circostante, arricchito dalla piantumazione di circa quattrocento alberi autoctoni. La leggerezza domina l’intera composizione architettonica: i padiglioni appaiono riparati da grandi tettoie che sembrano fluttuare sopra le sale espositive, mentre le strutture tubolari sospese evocano i tunnel sotterranei degli acceleratori di particelle, traducendo un elemento iconico della fisica contemporanea in un elemento architettonico.

 

L’edificio non si limita ad ospitare spazi espositivi, didattici e ricreativi, ma diventa parte integrante della narrazione scientifica stessa, una struttura spaziale che comunica trasparenza, apertura e precisione. Con la chiarezza costruttiva e la leggerezza tecnologica tipiche di Renzo Piano, il Science Gateway emerge come un manifesto culturale e ambientale, dove architettura, paesaggio e scienza si fondono in un’esperienza immersiva e simbolica.

La passerella collega i vari padiglioni tra loro e offre una vista sui giardini e sui tetti fotovoltaici sospesi.

Il cuore energetico del Portale della scienza è il grande impianto fotovoltaico integrato, concepito non solo come sistema tecnologico, ma anche come elemento architettonico al centro del progetto. Le tre grandi coperture sospese che proteggono i padiglioni non sono semplici tetti, ma superfici attive costituite da circa 4’000 metri quadrati di moduli fotovoltaici, in grado di generare più energia di quanta ne richieda l’intero complesso. Il progetto trasforma così un’installazione tecnica in una potente dichiarazione architettonica: le grandi superfici sospese, che misurano circa quaranta metri per lato, si impongono come superfici slanciate e tecnologiche, interagendo con la luce naturale e trasmettendo un’immagine contemporanea che riflette il legame tra ricerca scientifica e sostenibilità.

 

L’impianto non è né nascosto né secondario, ma diventa parte integrante del linguaggio architettonico, esprimendo la volontà di rendere la produzione di energia un tema visibile e condiviso. La disposizione delle coperture e la loro distanza dai volumi sottostanti favoriscono la ventilazione naturale dei moduli, migliorandone le prestazioni e conferendo al complesso una percezione di sospensione che amplifica l’effetto scenografico. In questo equilibrio tra funzione e forma, l’impianto fotovoltaico non è solo un dispositivo per raggiungere un bilancio energetico a emissioni zero, ma anche un elemento narrativo che spiega, anche visivamente, l’impegno del CERN nei confronti delle energie rinnovabili.

Tre tetti fotovoltaici quadrati
L’impianto fotovoltaico è stato progettato per garantire il bilancio energetico positivo della struttura. I tre tetti quadrati, ciascuno con lati di circa 40 metri, coprono una superficie attiva totale di quasi 4’000 m², corrispondente a una potenza installata stimata di circa 400-450 kWp. In condizioni di irraggiamento standard, l’impianto è in grado di generare tra i 500 e i 600 MWh di energia all’anno, ovvero più del fabbisogno energetico necessario per le attività quotidiane del centro. L’orientamento e l’inclinazione delle superfici sono stati pianificati per massimizzare i guadagni solari durante il giorno, mentre l’elevazione sopra i volumi sottostanti favorisce la ventilazione naturale dei moduli, riducendo il surriscaldamento e garantendo una maggiore efficienza operativa.
Il suo traduttore è venuto da me e mi ha chiesto: “Che cos'è quello?”. Ho risposto: “Sono moduli fotovoltaici”. “Cosa intendi con moduli fotovoltaici? Pannelli solari?”. Ho detto: “Sì”. E lui ha detto: “Ma è bellissimo!”
Lorenzo Piazza - Renzo Piano Building Workshop

Questo progetto non è solo un’opera di architettura sostenibile, ma anche un’icona contemporanea in grado di esprimere una visione del futuro in una forma costruita. Mentre i padiglioni e il ponte sospeso incarnano il dialogo tra scienza e società, e l’impianto fotovoltaico dimostra concretamente l’impegno verso l’autosufficienza energetica, l’intero progetto trae la sua forza da una sintesi che intreccia paesaggio, tecnologia e percezione urbana. La decisione di piantare circa quattrocento alberi autoctoni non è semplicemente un esercizio di paesaggistica, ma un’azione che ripristina la continuità ecologica del sito, mitiga l’impatto ambientale e offre alla comunità un parco dove natura e architettura si fondono in un’unica esperienza. L’attenzione all’illuminazione notturna, calibrata per ridurre l’inquinamento luminoso e rispettare l’equilibrio della fauna locale, sottolinea la leggerezza delle strutture sospese, trasformando l’edificio in un punto di riferimento visibile anche dal vicino aeroporto, senza sacrificare la sensibilità ambientale.
Particolare attenzione è stata prestata anche alla scelta dei materiali, privilegiando soluzioni a basse emissioni di carbonio. Ciò non significa solo utilizzare elementi riciclati o riciclabili, ma anche ridurre l’impronta di CO₂ associata all’intero ciclo di vita dei materiali da costruzione. Ad esempio, l’acciaio utilizzato nelle strutture è stato selezionato in base a criteri di sostenibilità, provenendo in gran parte da filiere a basse emissioni, mentre l’ottimizzazione delle geometrie ha permesso di limitare la quantità di materiale necessario senza compromettere la leggerezza e l’eleganza formale.
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L’ottimizzazione delle strutture portanti e la chiarezza del linguaggio costruttivo contribuiscono a definire un’opera che unisce rigore ingegneristico e sensibilità architettonica. Ogni scelta progettuale diventa parte di una narrazione che va oltre la logica funzionale per diventare un messaggio culturale: il Portale della scienza non è solo un contenitore di funzioni, ma l’espressione tangibile di come la ricerca scientifica possa incarnarsi nell’architettura, di come la conoscenza possa diventare spazio, esperienza e narrazione. In questo senso, il progetto va oltre la tradizionale distinzione tra infrastruttura tecnica ed edificio rappresentativo: è al tempo stesso una macchina tecnologica e un simbolo urbano, un laboratorio di sostenibilità e un luogo di incontro.

CREDITI
Disegni © RPBW | Foto © Michel Denancé

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SolAR